Malalbergo resiste. Sempre. Ieri, oggi e domani 19 aprile 1945 - 19 aprile 2020

"I sacchi a pelo erano fradici. Gli chiesi se aveva piovuto e Fredy rispose di sì, che aveva piovuto come quasi ogni 31 marzo nell'Atacama. Quando mi tirai su, vidi che il deserto era rosso, intensamente rosso, coperto di minuscoli fiori color...
Data:

19 aprile 2020

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"I sacchi a pelo erano fradici. Gli chiesi se aveva piovuto e Fredy rispose di sì, che aveva piovuto come quasi ogni 31 marzo nell'Atacama. Quando mi tirai su, vidi che il deserto era rosso, intensamente rosso, coperto di minuscoli fiori color sangue.
«Eccole. Sono le rose del deserto, le rose di Atacama. Le piante sono sempre lì, sotto la terra salata. Le hanno viste gli antichi indios atacama, e poi gli inca, i conquistatori spagnoli, i soldati della guerra del Pacifico, gli operai del salnitro. Sono sempre lì e fioriscono una volta all'anno. A mezzogiorno il sole le avrà già calcinate» spiegò Fredy annotando dati sul quaderno.
Quella fu l'ultima volta che vidi il mio amico Fredy Taberna. Il 16 settembre 1973, tre giorni dopo il golpe militare fascista, un plotone di soldati lo condusse in un terreno abbandonato nei dintorni di Iquique.
Fredy riusciva a stento a muoversi, gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire gli occhi perché il suo volto era tutto un ematoma.
«Per l'ultima volta, si dichiara colpevole?» chiese un aiutante del generale Arellano Stark, che contemplava da vicino la scena.
«Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento studentesco, di essere un militante socialista e di aver lottato in difesa del governo costituzionale» rispose Fredy.
I militari lo assassinarono e seppellirono il suo corpo in qualche posto segreto in mezzo al deserto. Anni dopo, in un caffè di Quito, un altro sopravvissuto all'orrore, Ciro Valle, mi raccontò che Fredy aveva accolto le pallottole cantando a squarciagola l'inno socialista.
Sono passati venticinque anni."
Luis Sepulveda, "Le rose di Atacama".

Sono passati 75 anni dal giorno in cui Malalbergo è stata praticamente distrutta dal bombardamento. Dopo 6 giorni ci sarebbe stata la Liberazione.
Malalbergo si è distinta per la resistenza, per gli ideali e i valori di tanti giovani morti per riconquistare la democrazia e la libertà.
E ogni anno il 19 aprile abbiamo il dovere di ricordarlo, insieme a quei giovani, donne e uomini che hanno combattuto per noi. Tutti.
E sono loro le nostre rose di Atacama. Ci saranno sempre. E ci saremo sempre, a ricordarli, oggi e domani.
La resistenza è nelle nostre anime, nei nostri cuori. Ricordiamoci sempre la comunità che siamo stati e quella che siamo ancora.
Orgogliosi del nostro passato e tenaci nel costruire il nostro futuro.

Il Sindaco
Monia Giovannini

A cura di

Ultimo aggiornamento pagina: 27/05/2020 12:11:29

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